lunedì, giugno 18, 2007

PIAZZA LAICITÀ

da altrenotizie.it
di Sara Nicoli
Parità, dignità, laicità. Principi che qualunque Stato democratico dovrebbe dare per scontati. Ma in Italia no. In Italia si vacilla. Tant’è che ieri si sono ritrovati in piazza migliaia di coloratissimi gay, lesbiche, omosessuali, ma anche tantissimi giovani e meno giovani, uomini e donne idealmente uniti in una battaglia di civiltà, quella per la laicità dello Stato. Se si è arrivati al punto di delegare alle piazze, variamente orientate, la difesa di un principio fondante della democrazia, se si è arrivati al momento in cui la difesa dei diritti degli omosessuali è diventata una battaglia di tutti. Perché il loro isolamento politico corrisponde a quello di tutti gli altri cittadini, allora si può ritenere di aver superato la soglia del dibattito politico e di essere sprofondati in una vera e propria emergenza democratica. Conta assai poco, anzi appare quasi ridicola, la partecipazione alla battaglia della laicità innestata nel “Gay Pride” di alcuni ministri di questo traballante esecutivo. Imbarazzante sentire le dichiarazioni contro l’ingerenza clericale nella legislazione dello stato laico da parte di chi dovrebbe essere il primo difensore dei principi democratici senza pavidità ed esitazioni, puntualmente rispolverate in Parlamento in nome di equilibrismi politici che se ne infischiano bellamente delle necessità reali dei cittadini, prima su tutte l’uguaglianza dei diritti. C’erano molti esponenti politici di sinistra, ieri in piazza, quasi tutti appartenenti a quel ramo della sinistra che ha deciso di lasciare la casa madre del nascendo Partito Democratico. Sono scesi in piazza per lo stesso motivo per cui hanno deciso di strappare con Fassino e Rutelli, con Prodi e D’Alema, con Binetti e Fioroni, padri costituenti del nascendo partito democratico sempre più sbilanciato verso il Vaticano sulla lettura legislativa dei temi etici. Quella parte di sinistra in piazza, capitanata da Angius e da Salvi, ha invece idee più chiare, decisamente limpide sull’argomento. Ma la loro attuale forza politica, quella dei numeri, non fa la differenza nella battaglia sulla laicità che si combatte comunque, quotidianamente, tra gli scranni del Parlamento, tra chi cerca di far passare l’uguaglianza dei diritti per una mera questione di minoranza, con lo scopo di far prevalere un unico modello etico e sociale di riferimento: la solita “famiglia tradizionale”, quella di stampo clericale che oggi non è proprio in maggioranza nel Paese. Basta ricordarsi la foto di famiglia politica dell’esuberante “Family day” cavalcato in grande pompa dal Cavaliere in persona giusto un mese fa, dove tutti gli esponenti politici in piazza erano separati e con seconda o terza famiglia al seguito. A parte Mastella.La presenza di persone eterosessuali al “Gay Pride” dovrebbe aver fatto capire a questa paralizzata classe politica italiana che l’idea di elevare a modello unico di riferimento una sola mentalità e un unico modo di concepire i vincoli sentimentali davanti alla comunità civile è da considerarsi politicamente perdente. E che il proseguire nel tollerare le pressanti ingerenze della Chiesa in merito alla gestione dei costumi e dei diritti dei cittadini, può rivelarsi un boomerang devastante soprattutto per le formazioni politiche in gestazione, come appunto il Pd. Perché ormai è chiaro che dalla legge sui Dico a quella sul testamento biologico, passando per la revisione della legge 40 sulla fecondazione assistita fino ad arrivare ad una possibile rivisitazione dei consultori familiari, non passano più solo i diritti di pochi, ma quelli di tutti. Chi si sente minacciato da una qualunque diversità è da sempre considerato un debole che vede nella libertà degli altri una sfida aperta alla propria fragilità etica. Solo le “famiglie tradizionali” deboli possono sentirsi minacciate o sminuite da scelte di convivenza diverse fatte da persone diverse. Non c’è, insomma, giustificazione alcuna, se non appunto l’immensa fragilità di un pensiero, a voler imporre all’intera comunità nazionale regole di convivenza sociale che appartengono ormai ad una piccola e ottusa comunità di benpensanti che sta dando sponda ad una Chiesa sempre più chiusa in se stessa e per questo sempre più arrogante. In questo senso la battaglia sulla laicità dello Stato può elevarsi ancora di più. Perché in gioco, ormai, c’è un valore ancora più alto, quello della libertà.

E' strano come tutti difendiamo i nostri torti con più vigore dei nostri diritti.
Kahlil Gibran

venerdì, giugno 15, 2007

Vaffanculo-Day

Da Beppegrillo.it
C’è un’atmosfera da otto settembre. La politica sente l’odore del tornado che sta arrivando. Si sta preparando. L’Italia ha avuto la sua occasione per cambiare nel 1992. L’ha fallita. Hanno vinto le lobby, le cosche, le mafie. La seconda repubblica è morta in culla. Dopo le stragi mafiose in tutta Italia e la morte di Falcone e Borsellino è finito tutto. Il 61 a 0 dei seggi di Forza Italia in Sicilia è ineguagliabile, neppure Ceaucescu in Romania c’era riuscito. Pax mafiosa, pax da inciucio, pax piduista, pax confindustriale, pax sindacale.Craxi in esilio e il suo protetto presidente del consiglio. La sinistra che lo applaude durante il suo congresso. La svendita dei beni dello Stato, dalla telefonia, alle autostrade, all’acqua. L’annullamento dei diritti dei lavoratori. Pregiudicati al vertice delle grandi aziende. Pregiudicati in Parlamento.Il tornado gira, gira. Il suo odore è quello del legno marcio, della corda, di grandine e di pioggia densa. L’Italia è una pentola a pressione, se salta questa volta si porta dietro tutti. Forse anche lo Stato nazionale.E i nostri dipendenti? Giocano a nascondino. Cercano sempre di non farsi beccare. Una legge via l’altra, come le ciliege, per non farsi condannare, per non farsi intercettare, per non farsi pubblicare le intercettazioni, per farsi prescrivere, per indultarsi. Più che politica sembra guardie e ladri.Un venticello, diciamo una premonizione, mi dice che altre intercettazioni sono alla porta. L’estate sarà molto calda. Poi verrà settembre e il Vaffanculo day, o V-Day. Una via di mezzo tra il D-Day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta. Si terrà sabato otto settembre nelle piazze d’Italia, per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re n fuga e la Nazione allo sbando, oggi politici blindati nei palazzi immersi in problemi “culturali”. Il V-Day sarà un giorno di informazione e di partecipazione popolare. Per esserci rimanete sintonizzati sul blog.

A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare?
Totò

giovedì, giugno 14, 2007

Genova 2001, la Diaz fu "una macelleria"

Scritto da Marco M. da pressante.it
"Una macelleria messicana. Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento cosi' grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza". E' la testimonianza resa da Michelangelo Fournier, all'epoca del G8 a Genova vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma ed oggi uno dei 28 poliziotti imputati per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. Fournier ha fornito una nuova versione su quello che aveva visto al momento della sua irruzione: veri e propri pestaggi ancora in atto su giovani inermi nei loro sacchi a pelo.Alla Diaz c'erano decine di giovani che stavano dormendo, svegliati dalle selvagge manganellate sferrate loro con cieca violenza da poliziotti mandati lì per quello. Le scene che i racconti e le immagini ci mettono da sei anni davanti agli occhi sono terribili. Muri e pavimenti coperti di sangue, una ragazza a terra con la testa in una pozza di sangue, decine di persone inermi pestate e massacrate di botte. Quelle dei poliziotti non furono né iniziative isolate né eccessi...
ma facevano parte di un disegno politico criminale da parte di apparati dello Stato, come era chiaro sin da subito e come ha confermato la sentenza di condanna nei confronti dello Stato emessa oltre un mese fa (vedi articoli correlati). "Sembrava una macelleria messicana": queste le parole di Michelangelo Fournier oggi in aula a Genova, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini.
"Arrivato al primo piano dell'istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana"."Ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo".

Immediata la richiesta del Pm Zucca che ha chiesto a Fournier come mai non avesse mai detto prima queste cose, durante le indagini, quando aveva fornito una versione diversa. Fournier ha risposto: "Non erano uomini miei e non l'ho detto prima per senso di appartenenza al corpo".Sei anni dopo la verità, evidente sin dall'inizio a tutte le persone intelligenti e oneste ed anche solo minimamente informate, diventa sempre più evidente e sempre più impossibile da nascondere, da scacciare via. Il Comitato Verità e Giustizia per Genova commenta:Il dottor Fournier ha parlato di "macelleria messicana". L'attuale ministro degli Esteri, nel 2001, parlò di "notte cilena". Si ricorre all'esotismo, ma siamo di fronte a una "perquisizione all'italiana" che ha macchiato la credibilità della polizia e dello stato. A questo punto chiediamo: il capo della polizia non ha niente da dire? Il ministro degli Interni farà finta di nulla anche stavolta? Il parlamento continuerà a tenere in un cassetto la legge sulla commissione d'inchiesta?

Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro.
Martin Luther King

mercoledì, giugno 06, 2007

La Matrix Divina - Seminario di Gregg Braden a Milano

Lorenza Veronese e Marcello Pamio per http://www.disinformazione.it/ - 4 giugno 2007

Più di mille persone lo scorso mercoledì 30 maggio hanno riempito la sala congressi dell’Hotel Leonardo Da Vinci di Milano, per assistere al seminario di Gregg Braden, organizzato dall’Associazione “Il Colle”. Era la prima volta che lo scienziato statunitense veniva in Italia - nonostante giri il mondo - per cui è doveroso ringraziare l’organizzazione che è riuscita nell’impresa.
Gregg Braden, scienziato, geologo ed ex collaboratore della Nasa, ha reso pubblica una nuova visione della scienza e della religione, riuscendo a fonderle assieme in una teoria veramente strepitosa.Un nuovo e rivoluzionario paradigma che partendo dalle scoperte scientifiche della fisica classica, quantistica e della visione olografica dell’universo, è arrivato fino alle vette più alte delle conoscenze esoteriche Una grande Rivoluzione!
“Riconoscete ciò che è visibile, e ciò che vi è nascosto vi diverrà chiaro” ha detto Gregg Braden ricordando il Vangelo perduto di Tommaso (da egli ampiamente citato). Non c’è niente di nuovo da scoprire, ma le informazioni di cui necessitiamo sono davanti ai nostri occhi, la cosa difficile è vederle. E in tutto questo, il ruolo principale lo gioca la “Matrice Divina”, quella rete di energiche che tutto permea e che tutto connette, costituita da un intreccio di filamenti molto simili a quelli presenti nel nostro cervello.
Abbiamo sempre pensato che il vuoto esista, e che sia materialmente riscontrabile, ma recenti studi sviluppati all’interno dell’Università di Princeton fondati su immagini scattate dalla sonda Chandia messa in orbita dalla Nasa, provano che IL VUOTO NON ESISTE: siamo circondati da un infinito campo energetico e i nostri corpi e tutto ciò che esiste intorno a noi, altro non sono che la materializzazione di questo campo. Il nostro cervello è un antenna sintonizzata alla ricezione di informazioni provenienti dal campo stesso (Akasha, inconscio collettivo, ecc.) ed il linguaggio con cui ci è possibile comunicare con esso, è costituito dalle nostre emozioni.
Albert Einstein sosteneva che noi, come esseri umani, non avessimo alcun impatto sull’universo circostante: fossimo dei semplici osservatori passivi. Questa filosofia è derivata da decenni di scienza darwiniana che è stata alla base di tutte teorie occidentali, anche quelle eugenetiche. Una scienza quasi “meccanicistica” che conferiva solo alla religione, la possibilità di individuare nell’uomo uno spiraglio di potere ed energia spirituali. Ora si scardinano queste convinzioni, perché anche se è vero che siamo costituiti da microscopiche particelle di energia quantistica (immaginiamoci l’atomo non più come piccolo sistema solare con un nucleo fisso al centro ed elettroni che, come satelliti, girano intorno ad esso, bensì come un’onda viva e pulsante), come ci è stato detto per circa 70 anni, oggi finalmente sono state studiate tutte le variabili proprietà di queste particelle ad alto potenziale. Esse, ad esempio, possono stare in più luoghi contemporaneamente rimanendo connesse tra loro: sono presenti nel passato e nel presente mantenendo ugualmente la comunicazione tra loro e se una di esse subisce delle modificazioni, le altre seguiranno lo stesso cambiamento istantaneamente.
Un esperimento menzionato da Gregg Braden per meglio sottolineare questi concetti, risale al 1997 presso l’Università di Ginevra, operato su due fotoni legati tra loro. Entrambi furono inseriti in una macchina speciale che aveva il compito di separali fino ad una distanza di circa 14 miglia . Da questa prova si studiò un fenomeno chiamato “Entanglement” perché ciò che fu riscontrato era che entrambe le particelle, se pur a 14 miglia di distanza, continuavano ad agire come se fossero rimaste collegate, unite. Perché è il campo di energia che le mantiene collegate tra loro. Ora proviamo a pensare che l’universo che noi conosciamo, alle origini (secondo la teoria del Big Bang) era tutto un unico blocco di materia e non solo, un minuscolo granello di materia che sarebbe poi stato soggetto ad un’esplosione. A seguito di tale esplosione ed a vari cambiamenti subiti, che lo hanno separato e modificato fino a renderlo come noi oggi lo vediamo, possiamo affermare che, come per i due fotoni, ogni particella ed ogni essere, rimangono in connessione tra loro, grazie al campo energetico.
E’ quindi possibile dedurre che se tutto è collegato, e se esistono questi canali di ‘comunicazione’ tra tutto ciò che compone la nostra realtà, noi siamo in grado (se riusciamo a sintonizzarsi con la Matrix , Matrice, Campo Energetico o Matrice “Divina”) di conoscere tutto quanto l’esistente, sia che si tratti di realtà materiale o “astratta”, come pensieri ed emozioni, e di comunicare con esso. Il passo successivo è stato quello di comprendere il tipo di impatto che può avere l’essere umano sulla realtà: rimane un semplice osservatore come sosteneva Einstein, al contrario, diventa partecipe della realtà?
Risponde Gregg Braden con il secondo esperimento citato, ovvero quello effettuato dallo scienziato russo Poponiam. Egli prese un tubo di vetro e creò ciò che potremmo chiamare il vuoto (ma che di fatto sappiamo non essere tale). Successivamente a questa operazione riscontrò che, infatti, l’interno del tubo non era esattamente vuoto ma si poteva verificare la presenza di fotoni disposti in modo casuale. L’idea era quella di inserire il DNA umano all’interno del tubo e di studiarne gli effetti. Ciò che avvenne fu incredibile: i fotoni, disposti in modo disordinato e casuale, si allinearono all’ellisse del DNA in modo speculare! Ma non solo, una volta estratto il DNA dal tubo i fotoni rimasero nella stessa esatta posizione, comportandosi come se il DNA fosse ancora presente. Da ciò si deduce che l’essere umano è in grado, grazie alla presenza del suo DNA, di modificare la realtà circostante. Tale strepitoso risultato, venne catalogato come “Phantom DNA” (Fantasma DNA).
Ora, abbiamo compreso quanto di seguito:
1) Non esiste il Vuoto nell’Universo
2) Esiste, diversamente, un campo energetico che tiene connessa ogni più piccola parte della realtà (materiale o puramente energetica)
3) L’uomo stesso è composto da particelle di energia comunicante con il campo di energia o Matrice “Divina”
4) La Matrice “Divina” è, inoltre, il contenitore di tutte le informazioni, il ponte o canale di comunicazione attraverso il quale possiamo accedere a tali informazioni e pure uno specchio in grado di riflettere la nostra realtà interiore esteriormente
5) L’uomo possiede un alto potenziale, con il quale è in grado di cambiare la realtà circostante.

Come se non bastasse, nel 1993 uno studio ha reso noto che esiste un campo di energia attorno al nostro cuore che si espande all’esterno. Forse non tutti sanno che il campo elettrico del Cuore è 100 volte maggiore di quello del cervello, e il campo magnetico oltre 5000 volte superiore! Si tratta quindi di un organo davvero potente, molto più di quanto possa esserlo il cervello stesso. Lo stesso studio riscontrò che le emozioni sono in grado di apportare dei cambiamenti al DNA dell’individuo che le viveva. Infatti, le emozioni positive di amore e compassione, ad esempio, rilassano l’ellisse del DNA, la paura e la rabbia, al contrario, la contraggono. Ciò che ne risulta è che possediamo un organo potente in grado, attraverso le emozioni, di modificare il proprio corpo, il DNA, che a sua volta modifica la realtà circostante. L’uomo è quindi un essere molto potente.
DNA --> modifica --> la realtà esterna
Emozioni (sentimenti) --> modificano --> il DNA
quindi
Emozioni (sentimenti) --> modificano --> la realtà esterna
Nulla di nuovo all’orizzonte: queste conoscenze provengono anche dalle filosofie e religioni antiche, come quelle orientali che sostengono la forza del pensiero, del “pensiero che crea la realtà”, come pure la nostra stessa religione, quella degli ultimi ritrovamenti come il Vangelo di Tommaso, i testi Esseni ed i famosi Rotoli del Mar Morto. Tutto questo ci è stato nascosto, tutta la parte dell’apprendimento, dell’iniziazione di Cristo (che manca dalla Bibbia che conosciamo), la quale avrebbe svelato questo arcano mistero del valore dell’uomo. Conoscenze cancellate dal Concilio di Nicea dell’imperatore Costantino, nel 325 d.c., dove un gruppo di persone ebbe il potere di rimaneggiare e riscrivere la storia delle radici ed il destino stesso dell’uomo.
La seconda parte del seminario ha toccato l’importanza delle credenze e delle convinzioni. “Il potere delle convinzioni è infinito” continuava a ripetere Gregg Braden. Il mondo che noi conosciamo, cioè la realtà esterna, è un’onda stazionaria, un’onda fissa. L’universo invece funziona in maniera quantistica, cioè sotto forma di onde che vanno e vengono (come quelle delle radio per intenderci), tra passato e presente, onde non stazionarie e quindi onde non fisse.
Ricordate che tutto esiste nella Matrice (Akasha, ecc.)? Bene: le convinzioni producono un’onda stazionaria (fissa) che blocca una possibilità quantistica e creano la realtà. Come farlo? Semplice: se colleghiamo al CUORE un sentimento puro di Amore, Compassione (accettazione del mondo per quello che è senza giudizio) e soprattutto SENTIAMO IL SENTIMENTO COME SE FOSSE GIA’ AVVENUTO, noi blocchiamo questa possibilità (quantistica) e la materializziamo, la facciamo cioè diventare reale! In pratica ruotiamo la manovella della radio e cambiamo frequenza di sintonizzazione. Ecco una possibile spiegazione delle cosiddette guarigioni miracolose.
Fantascienza? Può essere, ma siccome non costa nulla, se non sentimento di Amore, perché non provare? Ringraziamo Gregg Braden per questo spiraglio di luce, nel buio della nostra era della dissacrazione, per aver compreso l’esistenza di qualcosa di più elevato, di un grande potere che noi esseri umani possiamo avere, vivendo in armonia con la realtà che ci circonda, comunicando con essa e facendoci carico anche di una grossa responsabilità. In un film di supereroi molto recente, si sosteneva che “da un enorme potere derivano enormi responsabilità”. Credo sia arrivato il momento di prendere in mano le briglie della nostra vita e di agire sulla nostra realtà. Come anche Gregg Braden sostiene, “non c’è scritto da nessuna parte che quella che noi viviamo debba essere l’unica possibilità realizzabile nell’universo”.

Ogni nostra cognizione, principia dai sentimenti.
Leonardo da Vinci

martedì, giugno 05, 2007

PFIZER, ASSASSINI IN CAMICE BIANCO

di Agnese Licata
Ci sono vite che valgono meno di altre. È così da sempre. Ma quanto vale la vita di un bambino nigeriano, per di più colpito da una malattia spesso mortale come la meningite? Nel mondo perfetto e giusto che esiste solo nell’ingenuità dei più piccoli, non può esserci alcun prezzo per la vita di un essere umano, qualsiasi sia la sua età, il suo sesso, il suo portafoglio, la nazione in cui è nato. Nel mondo reale, invece, succede altro. Succede che una multinazionale farmaceutica decida di approfittare dell’emergenza sanitaria di un Paese in via di sviluppo per sperimentare sui bambini un nuovo farmaco. Poco importa se questo non ha ancora ottenuto neanche la licenza per essere usato sugli adulti. Poco importa se gli effetti collaterali sono ancora praticamente sconosciuti. E importa ancora meno se in una situazione di crisi, avviare una sperimentazione ostacola, più che aiutare, i soccorsi. Nulla ha importanza, quando si lancia un farmaco dal quale si aspetta un fatturato da capogiro. Di fronte a un miliardo di dollari l’anno, che peso può avere la vita di duecento bambini africani? Ma andiamo con ordine. Il prossimo 4 giugno dovrebbe prendere il via il processo che vedrà lo Stato di Kano (nella Nigeria settentrionale) opporsi a una delle più grandi multinazionali farmaceutiche, la “Pfizer International”. Per capire di chi si sta parlando, basta citare due dei farmaci più venduti da questa azienda americana: il Viagra, la famosa pillola blu contro l’impotenza, e il Lipitor, uno tra i prodotti più prescritti per combattere il colesterolo. Il nodo del contendere della causa nigeriana risale al 1996, quando un’epidemia di meningite, colera e morbillo colpisce il nord della Nigeria. Migliaia di morti in una regione talmente povera da avere un solo ospedale contro le malattie infettive. Al suo arrivo, l’associazione di “Medici senza frontiere” si trova di fronte un palazzo fatiscente, senz’acqua ed elettricità in molte sale, topi sui cadaveri in decomposizione. Per cercare di arginare l’emergenza, porta con sé un antibiotico comune e poco costoso, il cloramfenicol. Intanto, oltreoceano, la Pfizer è al lavoro su un nuovo farmaco, il Trovan, un antibiotico che punta a curare una serie molto ampia d’infezioni. Negli Stati Uniti i trial clinici - ossia i test necessari per ottenere l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (Fda) per la messa in commercio - sono ancora in alto mare. Secondo le solite “malelingue”, all’epoca il Trovan era stato testato solo sui maiali. Le dichiarazioni ufficiali della multinazionale, invece, dicono che 5mila pazienti avevano già assunto il farmaco. Sia come sia, l’approvazione della Fda arriverà solo mesi dopo, nel 1997. Di test su bambini neanche a parlarne. Negli Stati Uniti, per estendere l’uso di un farmaco anche ai bambini è necessario fare un ulteriore trial dopo quelli sugli adulti e aspettare un certo periodo dalla sua messa in commercio. Prima di essere somministrato ai pazienti più piccoli, infatti, bisogna essere sicuri che non ci siano effetti collaterali gravi sugli altri malati. L’America, però, non pone restrizioni e tutele del genere se i bambini non sono americani. Un’azienda può tranquillamente svolgere sperimentazioni all’estero senza garantire questa procedura. La Pfizer aveva intenzione di verificare l’efficacia del Trovan anche sulla meningite infantile, per aumentare ancora di più le vendite future. Peccato che trovare negli Usa i volontari necessari per i test sia praticamente impossibile: troppo pochi i casi di meningite. Ed è qua che a qualcuno della Pfizer viene in mente l’epidemia in Nigeria. Lì di casi ce ne sono a bizzeffe. Una piccola spedizione di medici viene messa in piedi in fretta e furia. Bastano sei settimane di progettazione invece dei dodici mesi comunemente necessari. Inoltre, sono sufficienti solo tre settimane dall’arrivo a Kano per fare tutto: selezionare i piccoli pazienti, iniziare a somministrare il farmaco, verificare la sua efficacia e seguire tutto il decorso. Del resto, nella mente di tutte le multinazionali - farmaceutiche e non - i Paesi in via di sviluppo sono poco più che semplici supermercati da cui prendere quello che serve senza tanti problemi: risorse energetiche ma anche vite umane. Il risultato di quella sperimentazione viene a galla solo nel 2000, grazie a un’inchiesta del The Washington Post. Dei duecento bambini selezionati dalla Pfizer, 18 sono morti e 182 sono stati colpiti da sordità, cecità, malformazioni, paralisi. Numeri assurdi che rappresenteranno il punto forte dell’accusa al processo del prossimo 4 giugno. In questi anni, l’azienda farmaceutica si è difesa dalle accuse dei genitori nigeriani con arroganza: i bambini sarebbero morti lo stesso, anzi, molti non sarebbero sopravvissuti neanche senza il salvifico Trovan. Inutile chiedere perché abbiano scelto di somministrare il farmaco per via orale invece che per endovena, metodo, quest’ultimo, che garantisce un’azione più veloce (e per questo quasi l’unico usato negli Stati Uniti sui casi di meningite). In ogni caso, sostiene la Pfizer, le carte erano tutte a posto, con tanto di approvazione da parte del comitato etico dell’ospedale di Kano, inviata al governo nigeriano. Piccolo dettaglio: all’epoca - marzo 1996 - non esisteva un comitato del genere. La smentita arriva da Sadiq Wali, il direttore medico dell’ospedale: “Non c’era un comitato etico a quel tempo. Fu creato a partire dall’ottobre del 1996, circa sei mesi dopo i test”. L’accusa rivolta alla Pfizer è di aver volontariamente pre-datato la lettera per coprirsi le spalle. Del resto, chi avrebbe mai potuto controllare? Nel 1996 la Nigeria era controllata da un governo militare di facile corruzione. Che le carte sollevino qualche sospetto è innegabile, soprattutto per quanto riguarda il modo con cui sono stati scelti i pazienti. Se una cosa del genere succedesse in qualsiasi Paese occidentale, i medici dovrebbero far firmare una liberatoria ai genitori. In Nigeria, invece, la Pfizer ha potuto approfittare non solo della disperazione di tanta gente, ma anche dell’analfabetismo. Nessuna liberatoria è stata firmata. La multinazionale sostiene che tutte le informazioni sono state date oralmente. Le testimonianze dei genitori, però, dicono altro. Dicono di aver creduto che quei medici non fossero della Pfizer ma di “Medici senza frontiere”, dato che il centro di accoglienza dell’associazione era poco distante. Dicono di non essere stati informati che ai loro figli sarebbe stata somministrata una medicina non ancora testata. Del resto, per concludere tutto in tre settimane non si può andare troppo per il sottile. Adesso, a oltre dieci anni dai fatti di Kano, che fine ha fatto il Trovan? Nel 1997 la Fda ha concesso l’approvazione. In breve tempo, è diventato uno degli antibiotici più prescritti negli Usa. L’esperimento in Nigeria non è però bastato alla Pfizer per ottenere l’autorizzazione anche per l’uso sui bambini americani. Nel giro di pochi mesi, inoltre, s’iniziarono a riscontrare gravi danni al fegato nei pazienti che assumevano il Trovan. Risultato? Nel 1999 la Fda decise di restringere la prescrizione del farmaco sono ad alcuni casi particolarmente gravi e solo all’interno degli ospedali. L’equivalente europeo della Fda preferì di vietarne totalmente l’uso. Se questi sono stati gli effetti su dei pazienti adulti occidentali, in condizioni igieniche e alimentari ben diverse da quelle che si possono trovare in Africa, c’è da sorprendersi se sono bastati solo tre giorni di somministrazione per far morire una bambina nigeriana di dieci anni, appena 19 kg di peso?Mentre si aspetta se e come inizierà il processo contro la Pfizer, forse basterebbe pensare a quella bambina africana, a come i medici di una multinazionale non abbiano provato a salvarla con un altro farmaco. Basterebbe pensare che questo è avvenuto esclusivamente per denaro, per pretendere che le leggi delle nazioni cosiddette più avanzate inizino a considerare ugualmente importante la vita di un bambino occidentale e quella di chiunque altro nel mondo.

Il mondo gira solo per ignoranza.
Charles Baudelaire

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