giovedì, dicembre 21, 2006

L’ULTIMO IMBROGLIO DEL CIP6

di Alessandro Iacuelli da altrenotizie.org
Che il testo di legge sul CIP6 andasse modificato radicalmente, non ci sono dubbi. Semmai non si capisce perchè in Italia, negli anni scorsi, sia stato varato un testo che "assimila" all'energia rinnovabile inceneritori, centrali a carbone e centrali che fanno uso di scarti petroliferi. Fatto sta che fino ai giorni nostri è andata proprio così: un prelievo diretto fatto sulla bolletta dell'elettricità degli utenti, per le fonti rinnovabili; soldi che poi sono andati a finanziare strutture che usano fonti che rinnovabili non sono, inquinanti e che senza contributi per le rinnovabili non potrebbero stare sul mercato, essendo perennemente in perdita sul piano economico, oltre che su quello energetico.Storicamente, i fondi CIP6 sono i "contributi alle fonti di energia assimilabili alle energie alternative". Formulazione piuttosto oscura e piena di falle, che indica i finanziamenti destinati a progetti energetici "poco rinnovabili", ma trattati come se fossero "vere fonti energetiche rinnovabili".I fondi nascono nel 1992, quando il Comitato Interministeriale Prezzi (CIP) emise una delibera (la numero 6), con la quale stabilì una maggiorazione del 6% del prezzo dell'elettricità pagato dai consumatori finali. Il ricavato avrebbe dovuto essere utilizzato per promuovere le energie rinnovabili, acquistandole dai produttori ad un prezzo superiore a quello di mercato. L'obiettivo era spingere le aziende energetiche ad orientare la loro produzione verso le energie rinnovabili.La falla nella norma CIP6 è tutta nel fatto che accanto all'espressione "energie rinnovabili" fu aggiunta l'estensione "o assimilate". Nella pratica, quella che poteva essere una buona cosa si è trasformata in un imbroglio, perchè sul reale significato dell'aggettivo "assimilate" e sui criteri per l'identificazione delle energie "assimilate alle rinnovabili", non è mai stata fatta chiarezza, con la conseguenza che una valanga di miliardi, prima di lire e poi di euro, è stata utilizzata per produzioni energetiche tutt’altro che "rinnovabili". E ogni due mesi, quando arriva la bolletta, c'è quel 6% che paghiamo.A peggiorare le cose è poi arrivata la direttiva comunitaria del n.77 del 2001, attuata in Italia (molto male) nel 2003, con l'estensione alla produzione energetica dai rifiuti di altri benefici economici che la Direttiva europea indicava invece solo per le fonti rinnovabili. Il risultato è tra i peggiori possibili: ricordiamo le centrali termoelettriche, le produzioni di gas e carbone da residui di raffineria, gli inceneritori di rifiuti non biodegradabili; con la beffa finale che addirittura la produzione di energia dal petrolio in certi casi è riuscita a rientrare nel concetto di "assimilate" alle energie rinnovabili.Per questo motivo, si reputa fondamentale porre termine a questa assurdità, con una radicale modifica. Il 15 dicembre scorso, finalmente, approda al Senato la discussione sul maxi-emendamento alla finanziaria che avrebbe potuto variare questo testo assurdo: se anche l'Italia vuole, come il resto d'Europa, fare passi verso le energie rinnovabili, ci si aspetta che i fondi CIP6 pagati dai cittadini vadano a finanziare, tramite il sistema dei Certificati Verdi, l'energia eolica e quella solare. Ma il maxi-emendamento passato in Senato contiene un'amara sorpresa.Come riconosciuto dal Governo per bocca del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti, nella redazione del maxi-emendamento c’è stato un errore: si legge che i finanziamenti non saranno concessi agli impianti che non facciano uso di fonti rinnovabili, fatta eccezione per gli impianti già “autorizzati”. Non già costruiti. Solo autorizzati.Se si sia trattato veramente di un errore, o se sia un refuso voluto, non sta a noi giudicarlo, ma qualche ragionevole dubbio lo nutriamo.Se questo testo non verrà corretto, non cambierebbe praticamente nulla: fra gli impianti già autorizzati, ma non realizzati e quelli che sarebbero autorizzati da oggi fino al 31 dicembre (al Ministero delle Infrastrutture è in atto una vera e propria “corsa all’autorizzazione”), ci troveremmo con un’ipoteca per i prossimi dieci anni. Ipoteca del valore di circa quattro miliardi di euro. Questa è la cifra di contributi CIP6 richiesta dagli impianti autorizzati o che hanno presentato richiesta di autorizzazione.In pratica, dopo la parola "assimilati", qualche legislatore ha pensato ad un'altra parola magica: "autorizzati". No, non è un refuso da poco.Le conseguenze sarebbero gravissime: nei prossimi anni le varie aziende che lucrano su rifiuti ed energia, come Asm Brescia, Hera, Sarlux, potranno continuare a fare bilancio e andamento in Borsa con i soldi prelevati dalle bollette dei cittadini per le energie rinnovabili, grazie agli impianti "autorizzati". Prima ancora che siano realizzati.Trattandosi, per un italiano medio, di una cifra che si aggira sui 60 euro annui, si può parlare di "truffa" nei confronti dei consumatori, in quanto continua il prelevamento di soldi in presa diretta dalla nostra bolletta. Sembra che si voglia continuare a favorire i petrolieri, i costruttori di inceneritori e di centrali a carbone, contribuendo così a favorire le emissioni di gas serra nonostante gli impegni assunti con la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto. Restano anche altri dubbi, ad esempio come sia possibile che vengano considerati sullo stesso piano un inceneritore ed un impianto ad energia solare.Triste leggere il testo definitivo contenuto nell’emendamento: "Sono fatti salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi, ai sensi della previgente normativa, ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione anteriormente all’entrata in vigore della presente legge, ivi comprese le convenzioni adottate con delibera del Comitato interministeriale prezzi il 12 aprile 1992 (CIP6) e destinate al sostegno alle fonti energetiche assimilate”.Intanto quel 6% della bolletta continua ad essere prelevato, per gli scopi appena descritti.

lunedì, dicembre 18, 2006

Alcuni principi di laicità

Scritto da TheZar su pressante.com
In una società in cui la Chiesa Cattolica sempre più spudoratamente tenta di dettare legge sui diritti dei cittadini italiani, si sente il bisogno di riformulare quei principi che dovrebbero essere scritti ed applicati in qualsiasi stato laico degno di questo nome.
Le ultime dichiarazioni del Papa su temi quali aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione assistita, dimostrano ancora una volta l'arroganza che la Chiesa Cattolica ostenta nei confronti dello Stato italiano.Direttamente, con dichiarazioni e prediche ai fedeli, o indirettamente, manovrando i partiti politici di area democristiana, la Chiesa di fatto detta buona parte della legge che oggi regola la maggior parte dei diritti dei cittadini italiani.Partendo da dogmi basati su superstizioni millenarie, la Chiesa Cattolica decide della vita, della morte, della sopravvivenza, dei diritti di avere figli o di non essere curati di ognuno di noi.Ma questa, ormai, è consuetudine consolidata.Il vero problema, infinitamente peggiore di questa realtà, è l'assoluta mancanza un pensiero autenticamente antagonista.Spesso a quella minoranza che non tollera ormai più le invasioni di campo della Chiesa Cattolica, basta poter sfogare la propria rabbia e frustrazione scrivendo ai giornali locali, o sul proprio sito internet, o semplicemente mandando mentalmente a quel paese il Vaticano e tutti coloro che hanno a che fare con esso.I partiti di sinistra, accecati dalla ricerca del consenso di quell'elettorato di centro cattolico che mai si sposterà dalle sue opinioni, sono ormai perfettamente allineati alla politica del Vaticano, arrivando addirittura, negli ultimi decenni, a considerare un papa come Giovanni Paolo Secondo un simbolo di "rivoluzione" e di "modernità".Impossibile, in Italia, anche solo sperare in una politica veramente laica, autonoma, finalmente libera dall'ombra della croce.Occorre dunque ripartire dal basso, dall'abc, dai principi fondamentali della laicità, quei principi che io personalmente vorrei poter leggere nella Costituzione italiana al posto degli articoli che regolano il concordato.Occorre ripensarli, diffonderli, spiegarli e se possibile attuarli.Con l'aiuto dell'autore di http://www.pressante.com/ , provo a formulare qualcuno di questi principi.Se qualche lettore, leggendo, dovesse condividerli, è libero di diffonderli ovunque purchè sia citata la fonte, ovvero il blog http://www.dallapartedeltorto.splinder.com/ e il sito www.pressante.com .
1) Ogni religione è ugualmente rispettata purchè i suoi dogmi non violino la legge dello Stato e i diritti e le libertà dei cittadini.
2) La legge interna a qualsiasi organizzazione religiosa presente nel territorio dello Stato è subordinata alla legge dello Stato stesso.
3) Nessun cittadino che riveste qualsiasi incarico religioso può intraprendere carriera politica e avere accesso ad incarichi pubblici di qualsiasi livello in qualsiasi ente, azienda, società gestiti dallo Stato, influenzare direttamente o indirettamente la vita politica dello Stato, onde evitare conflitti di interesse tra il bene collettivo e il bene dell'organizzazione religiosa cui il cittadino in questione appartiene.
4) Le Camere non possono e non devono mutare in legge alcun tipo di precetto di derivazione religiosa.
5) Nessuna istituzione religiosa può godere di finanziamenti pubblici.
6) Ogni istituzione religiosa deve pagare le tasse allo Stato, relativamente all'utilizzo di qualsiasi bene messo a disposizione dallo Stato stesso all'organizzazione religiosa per garantire ad essa il diritto di esercitare la propria attività.
7) Nessuna istituzione religiosa ha la facoltà di mantenere segrete informazioni che possono risultare utili allo Stato, siano esse informazioni storiche o economiche o di qualsiasi altro genere o argomento.
8) In nessuna scuola pubblica deve essere insegnata qualsiasi dottrina religiosa.
9) Lo Stato non riconosce alcuna autorità o potere decisionale a qualsiasi istituzione religiosa in merito alla produzione cinematografica, musicale, editoriale e artistica che si svolge all'interno del suo territorio.
10) Lo Stato non riconosce alcuna particolare autorità a qualsiasi leader di qualsiasi religione, considerando alla pari tutti i fedeli indipendentemente dal livello gerarchico cui si ritrovano secondo i dogmi del loro credo religioso.

La gente cerca la via che porta al cielo per la semplice ragione che ha perso la strada sulla terra - G. Plechanov

giovedì, dicembre 14, 2006

La scomparsa dei fatti

Pubblico una parte dell’introduzione del nuovo libro di Marco Travaglio "La scomparsa dei fatti".

«I fatti separati dalle opinioni.» Era il motto del mitico Panorama di Lamberto Sechi, inventore di grandi giornali e grandi giornalisti.Poi, col tempo, quel motto è caduto in prescrizione, soppiantato da un altro decisamente più pratico: «Niente fatti, solo opinioni». I primi non devono disturbare le seconde. Senza fatti, si può sostenere tutto e il contrario di tutto. Con i fatti, no.C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi.C’è chi nasconde i fatti perché trovare le notizie costa fatica e si rischia persino di sudare.C’è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando.C’è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio e attirano i fulmini dell’editore stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione.C’è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore.C’è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace.C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti non lo invitano più in certi salotti, dove s’incontrano sempre leader di destra e leader di sinistra, controllori e controllati, guardie e ladri, puttane e cardinali, prìncipi e rivoluzionari, fascisti ed ex lottatori continui, dove tutti sono amici di tutti ed è meglio non scontentare nessuno.C’è chi nasconde i fatti perché confonde l’equidistanza con l’equivicinanza.C’è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea del giornale.C’è chi nasconde i fatti perché l’editore preferisce così.C’è chi nasconde i fatti perché aspetta la promozione.C’è chi nasconde i fatti perché fra poco ci sono le elezioni.C’è chi nasconde i fatti perché quelli che li raccontano se la passano male.C’è chi nasconde i fatti perché certe cose non si possono dire.C’è chi nasconde i fatti perché «hai visto che fine han fatto Biagi e Santoro».C’è chi nasconde i fatti perché è politicamente scorretto affondare le mani nella melma, si rischia di spettinarsi e di guastarsi l’abbronzatura, molto meglio attenersi al politically correct.C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti diventa inaffidabile e incontrollabile e non lo invitano più in televisione.C’è chi nasconde i fatti perché fa più fine così: si passa per anticonformisti, si viene citati, si crea il «dibbattito».C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché ha paura di dover cambiare opinione.C’è chi nasconde i fatti per solidarietà con Giuliano Ferrara, che è molto intelligente e magari poi si sente solo.C’è chi nasconde i fatti perché i servizi segreti lo pagano apposta.C’è chi nasconde i fatti anche se non lo pagano, ma magari un giorno pagheranno anche lui.C’è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non se lo può dare.C’è chi nasconde i fatti perché nessuno gliel’ha ancora chiesto, ma magari, prima o poi, qualcuno glielo chiede.C’è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia.C’è chi nasconde i fatti perché spesso sono tristi, spiacevoli, urticanti, e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi.C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi tolgono la pubblicità al giornale.C’è chi nasconde i fatti perché se no poi non lo candida più nessuno.C’è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di commercio o con l’Unione industriali o col sindacato o con la banca dietro l’angolo.C’è chi nasconde i fatti perché deve tutto a quella persona e non vuole deluderla.C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento.C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto.C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, «c’è gente che pagherebbe per vendersi».

E' impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole. Sigmund Freud

mercoledì, dicembre 06, 2006

Energia fai da te

da beppegrillo.it
In questi giorni si parla solo di Finanziaria. Dei soldi che sottrarrà a questa e a quella categoria sociale. Per commentare la Finanziaria dovrei assumere a tempo pieno un dottore commercialista e pubblicare per settimane tabelle, numeri, percentuali, confronti statistici e storici. Chi si ricorda la Finanziaria del ’98, o quella d’annata dell’89? Cosa hanno rappresentato per tutti noi? La Finanziaria non cambia nulla nel Paese. Qualcuno la prenderà più nel c..o di prima, svilupperà gli anticorpi e cercherà di evadere. Tutto qui. La Finanziaria è finanza e di finanza il Paese ne ha vista anche troppa. Ora servono i fatti. I politici non faranno nulla, sono vecchi nello spirito e nel linguaggio. Un linguaggio da banchieri. La Finanziaria, o meglio l'Impresaria dobbiamo farcela da soli. Un'Impresaria fai da te.Prendiamo esempio dal comune di Berlingo. Cloniamolo in tutti i nostri comuni.

“ Avendo riscontrato la sua attenzione alle tematiche ambientali e delle energie rinnovabili, mi permetto di segnalare un intervento che il Comune di Berlingo (Bs) ha recentemente approvato e che verrà realizzato nel prossimo anno: si tratta di un impianto combinato fotovoltaico-geotermico che fornirà energia elettrica e riscaldamento al nuovo polo scolastico in costruzione (materna e elementare) e al già realizzato centro sportivo.L'opera, che per un Comune di ridotte dimensioni (2200 abitanti) come il nostro è di notevole entità, si rende realizzabile grazie al contributo in conto energia ottenuto dal GRTN e permette di azzerare le emissioni in atmosfera, rendere autosufficienti da un punto di vista energetico gli edifici pubblici sopra citati e ridurre drasticamente, se non azzerare, i futuri costi di gestione derivanti da energia elettrica e riscaldamento.Da sottolineare come il polo scolastico e il centro sportivo sorgono in una zona centrale del paese, dove, fino al 2000, esisteva una discarica abusiva di rifiuti pericolosi (piombo e scorie di batterie) interamente bonificata mediante la totale rimozione del materiale inquinante, con il contributo della Regione Lombardia: un sito altamente pericoloso diventa quindi, per una sorta di contrappasso dantesco, un luogo fortemente significativo per la salvaguardia dell'ambiente.Il nostro Comune ha già messo in funzione (2005) un impianto solare termico per il riscaldamento dell'acqua sanitaria del centro sportivo e un impianto fotovoltaico (2006) per il municipio.Ha avviato una partnership con una cooperativa sociale specializzata nel settore delle energie rinnovabili, proponendo, nello scorso mese di febbraio, un incontro alla cittadinanza sul "conto energia" e promuovendo quindi installazione di pannelli fotovoltaici anche presso le abitazioni private.Il nostro vuole essere un esempio e uno stimolo di come, al di là di proclami spesso fini a se stessi, anche realtà piccole come la nostra possono realizzare programmi di intervento significativi e eco-compatibili. Ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente”.
Dario Ciapetti - sindaco di Berlingo

martedì, dicembre 05, 2006

PRODUSCONI? - Leggi «ad usum Biscioni»

di Marco Travaglio
Secondo l'Apcom e il Sole-24 ore, il 30 novembre il governo Prodi ha difeso la legge Gasparri nella causa che oppone lo Stato Italiano all'emittente Europa7 di Francesco Di Stefano davanti alla Corte di giustizia europea, esattamente come aveva fatto fino a maggio il governo Berlusconi. Breve riepilogo delle puntate precedenti. Nel 1999 Europa7 vince la gara per le concessioni a trasmettere su scala nazionale. Rete4 e altre emittenti la perdono. Si tratta dunque di levare le frequenze occupate dalle tv perdenti e assegnarle a Europa7. Ma, grazie al buon cuore dell'Ulivo e poi alla Gasparri, la terza tv del Biscione continua a trasmettere in proroga. Ed Europa7 resta a secco. Dopo una serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, la questione approda alla Corte europea. Qui il governo Berlusconi-Mediaset difende la bottega, cioè la legittimità della Gasparri, tramite l'Avvocatura dello Stato. Ma poi, a maggio, cede il passo al governo Prodi. Giovedì scorso la Corte europea si riunisce per l'ultima udienza pubblica per rispondere ai quesiti del Consiglio di Stato su 10 questioni di legittimità e conformità della Gasparri al diritto comunitario e con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Tutti attendono il ribaltone: essendo cambiato il governo, si pensa che cambierà anche la sua linea. Invece, sorpresa: l'avvocato dello Stato Paolo Gentili mantiene la stessa linea seguita sotto il governo Berlusconi-Mediaset, limitandosi a precisare che il nuovo governo sta riformando la legge. E dire che lo stesso ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, rispondendo alla messa in mora della Commissione Europea datata 19 luglio 2006 (a proposito delle possibili discriminazioni sul mercato tv nell'annunciato passaggio al digitale terrestre), aveva sostenuto l'illegittimità della Gasparri impegnandosi formalmente a riformarla. Di Stefano, assistito in Europa dagli avvocati Pace, Mastroianni e Grandinetti, dichiara sdegnato che l'atteggiamento del governo Prodi «è uno scandalo, una difesa assoluta e continua delle posizioni del governo Berlusconi e della Gasparri». Come se non fosse cambiato nulla. Ora, visto che la riforma Gentiloni è di là da venire, se la Corte europea desse ragione a Di Stefano (e torto al governo), il Consiglio di Stato non potrebbe far altro che trasferire a Europa7 le frequenze abusivamente occupate da altri. Che aspetta dunque il governo a riconoscere a Europa7 i diritti acquisiti? E quante linee ha il governo Prodi in tema di tv? Il 15 novembre, infatti, Gentiloni invia una lettera ufficiale al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, per annunciargli l'imminente udienza europea del giorno 30 e sollecitarlo a modificare le regole d'ingaggio all'Avvocatura dello Stato sul caso Europa7. «Caro Enrico- scrive Gentiloni a Letta, che è anche suo compagno di partito nella Margherita -, occorre ridefinire, sia pure con termini e modalità da individuare, la posizione del Governo italiano dinanzi alla Corte, fornendo all'organo di difesa tecnica dello Stato le opportune indicazioni e tenendo conto del netto mutamento occorso nell'indirizzo politico in materia. I miei uffici restano naturalmente a disposizione per ogni utile collaborazione a livello tecnico, affinchè, ove Tu lo ritenga, la Presidenza del Consiglio fornisca all'Avvocatura dello Stato le opportune indicazioni». Cos'accada nei 15 giorni successivi, non è dato sapere. Cos'accade il 30 novembre, purtroppo, si sa. L'Avvocatura, per conto del governo Prodi, prosegue sulla strada tracciata da Berlusconi. Difende la Gasparri (cioè Rete4) contro Europa7. Ieri il ds Giulietti ha presentato un'interrogazione parlamentare per sapere se è tutto vero e, se è vero, chi l'ha deciso e perchè. Noi, per parte nostra, siamo certi che si tratti dell'ennesima malignità messe in circolo da un diavoletto al soldo della Cdl per mettere in cattiva luce il governo Prodi, aizzandogli contro gli elettori dell'Unione. Ma la malignità è talmente grave da esigere una smentita entro 24 ore. Se non dovesse arrivare, ne dovremmo dedurre che gli alti lai elevati dal centrosinistra contro la Gasparri quando fu approvata «ad usum Biscioni» erano una sceneggiata; e che le 282 pagine del programma dell'Unione, che si impegnava a radere al suolo la Gasparri, erano uno scherzo di carnevale fuori stagione. Chi le aveva lette, e soprattutto ci aveva creduto, non la prenderà bene.

da l'Unità

venerdì, dicembre 01, 2006

Dieci poliziotti per tre sovversivi

di Claudio Gianvincenzi, Fulvio Venanzini, Ambra Giordani
In Italia – ed invero in gran parte dell'Occidente che si fregia di essere civiltà illuminata – la libertà di espressione sussiste soltanto previa autorizzazione. Dire la propria è lecito solo se viene accordato il permesso dall'alto. Insomma, c'è sì libertà di pensiero, ma basta che te lo tieni per te. Questa non è democrazia: è cripto-dittatura camuffata.Ieri Claudio, Fulvio ed Ambra, tre semplici cittadini qualunque, lo abbiamo constatato sulla nostra pelle.Venuti a conoscenza che il 27 novembre Giulio Andreotti avrebbe presentato un libro all'Università Lumsa di Roma, avevamo deciso di organizzare un sit-in di protesta ed informazione contro il Disonorevole Prescritto a Vita - per l'occasione abbiamo anche aperto un blog al fine di raccogliere documentazione, articoli e materiale vario sul Senatore. L'idea era quella di distribuire davanti alla sede della conferenza copie della sentenza emessa dal tribunale di Palermo il 2 maggio 2003 che certifica i rapporti tra Andreotti e Cosa Nostra intercorsi fino al 1980.Così ieri mattina, con un pacco di volantini ciascuno, ci siamo messi a svolgere il compito che sarebbe spettato ai media ufficiali, …… i quali invece hanno occultato la verità – tutti ricorderanno la puntata di Porta a Porta in cui venne mendacemente sancita l'innocenza di Andreotti – facendo passare per assoluzione quella che invece è una prescrizione per un reato "concretamente ravvisabile".Abbiamo fatto libera e gratuita informazione "dal basso".Eravamo solo in tre – perché si sa, da casa sono tutti rivoluzionari – ed a titolo assolutamente individuale ed indipendente, mossi da coscienza civile ed indignazione, abbiamo iniziato a dare l'estratto di un documento pubblico agli studenti di un Ateneo privato cattolico e destrorso, ai docenti, ai passanti, agli ecclesiastici che in quell'università sono di casa. A parte qualche sberleffo e qualche ghigno arrogante da parte dei soliti che chiudono gli occhi per partito preso e sono convinti di averli più aperti degli altri, ci hanno stupito la curiosità e l'interesse di coloro ai quali avevamo consegnato il volantino e a giudicare dagli sguardi di sorpresa di molti che via via si facevano cupi durante la lettura abbiamo avuto la conferma del valore dell'informazione: quasi nessuno lì sapeva la realtà dei fatti; quasi tutti ignoravano i legami comprovati tra Andreotti e la mafia ed i suoi ripetuti incontri con i boss.In molti di loro qualcosa si sarà mosso, o forse no, ma di certo ora saranno in possesso di ulteriori elementi per affinare gli strumenti critici e formulare una personale opinione, non già campata per aria, bensì basata su fattori concreti. "Carta canta".Agli organizzatori dell'incontro però la nostra iniziativa non deve essere andata molto a genio, considerando che dopo neanche quaranta minuti hanno chiamato le guardie ed in poco tempo ci siamo ritrovati circondati da una decina tra carabinieri e poliziotti in borghese.Dieci (forse dodici) rappresentanti delle forze dell'ordine per tre manifestanti: un record.Dopo aver esaminato attentamente il contenuto dei fogli da noi distribuiti, consultandosi ripetutamente tra loro, ed aver avuto la cocente delusione che non eravamo imputabili di calunnia o diffamazione essendo quello un documento pubblico giudiziario, ci hanno intimato di cessare quella che era una "manifestazione non autorizzata", sequestrandoci (anzi, "acquisendoci") i cinque cartelli su cui avevamo riportato passi salienti della sentenza.Dopodiché siamo stati portati in commissariato e denunciati per violazione dell'articolo 18 del codice penale (per cui sono previsti fino ad un massimo di sei mesi di reclusione, che contiamo di evitare sulla base del comma che rende non punibile chi non oppone resistenza o comunque per archiviazione del caso - giacché per noi nemmeno ci sarebbe l'indulto).Firmare il verbale sotto la voce "L'INDAGATO/A" è stata per noi l'ennesima dimostrazione delle insanabili storture dello Stivale: un repubblicofago amico della mafia viene eletto Senatore a Vita ed invitato a pubblici eventi in luoghi deputati all'istruzione, all'educazione ed alla formazione, mentre chi ne contesta le collusioni mafiose viene arrestato poiché l'esercizio di un suo sacrosanto diritto non è consentito senza il beneplacito delle autorità.Dunque indagati per antimafia e per abuso di libertà d'espressione, a quanto pare ed andando a stringere.Rimane un dubbio: in una città con un così alto tasso di criminalità impunita, uomini, tempo e mezzi per un volantinaggio contro un potente corrotto si trovano sempre.Ci tenevamo a segnalare questo spaccato di vita politico-burocratica nazional-popolare.
Ringraziando anticipatamente per la preziosa attenzione dedicataci, inviamo i più cordiali saluti densi di stima ed ammirazione.
Claudio Gianvincenzi, Fulvio Venanzini, Ambra Giordani

Questo il testo del volantino che i tre distribuivano ai passanti.
http://luogocomune.net/site/modules/news/library/andrtt2.gif
QUI potete vedere/scaricare una rassegna stampa in PDF con i commenti dell'epoca alla sentenza di "assoluzione" (Repubblica e Manifesto)
QUI potete vedere/scaricare il fascicolo completo in PDF (ca 160 pagg.) della

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