giovedì, novembre 09, 2006

Il Divino 8X1000

Fonte: Telefree.it
SULL'OTTO PER MILLE LA CHIESA CALA L'ASSO ... E PIGLIA TUTTO !Vademecum per le prossime dichiarazioni dei redditi.Webzine: Dice il commercialista: "Quelli che esprimono una preferenza sono soprattutto i contribuenti di ceto alto, mentre la gran massa non è interessata". Ed ha ragione: chi sceglie di destinare il suo 8 per mille nelle denunce dei redditi è una minoranza, il 39.62% dei contribuenti italiani. Significa che chi non sceglie è il 60,38%. Una minoranza. Che, per giunta, di anno in anno si assottiglia. Chi non sceglie, sempre secondo il commercialista, pensa, ad esempio, che il loro 8 x mille, in assenza di una preferenza esplicita, non sarà distribuito affatto (falso), oppure che non scegliendo andrà allo Stato (falso). In effetti, l'informazione istituzionale è un po' scarsa.Il totale dell'8 x mille distribuito nel 2004, secondo i dati ufficiali, è stato di 897 milioni di euro.Una cifra enorme. Ripartita così: 87.25% alla Chiesa Cattolica, 10.28% allo Stato, 1.27% ai Valdesi, 0.42% alle comunità ebraiche, 0.31% ai Luterani, 0.27 agli avventisti, 0.20 agli evangelici delle Assemblee di Dio. C'è un'altra religione che ha firmato un accordo con cui è riconosciuta dallo Stato, i Battisti, ma ha chiarito che non vuole niente. La Chiesa Cattolica, dunque, fa la parte del leone e secondo il suo dato percentuale avrebbe dovuto incamerare, nel 2004, 310 milioni di euro. Ma ecco svelato uno dei misteri (gaudiosi) dell'8 x mille: in realtà ha ricevuto oltre 782 milioni di euro.Non è l'unica ad avvantaggiarsi per il metodo di ripartizione dei fondi.Lo Stato, ad esempio, secondo le scelte espresse, avrebbe dovuto avere 36.5 milioni di euro ma, di milioni, ne ha percepiti oltre 100. Perché? Per un meccanismo che il presidente dell'ADUC (Associazione per i diritti di utenti e consumatori) non esita a definire "perverso". Di che si tratta? Semplice: chi non sceglie, vede ripartito il suo 8 x mille sulla base delle proporzioni di chi ha scelto. Praticamente, esistono due tranche di calcolo, la prima sulla base delle scelte effettuate, la seconda dividendo quello che resta (la maggioranza, cioè il 60.38%) secondo le stesse percentuali di chi ha espresso una preferenza.Con un'ulteriore eccezione: i Valdesi e gli evangelici non prendono la seconda tranche. Il loro accordo l'aveva esclusa.Poi c'è un'ulteriore sorpresa. Mentre i "piccoli" riceveranno i soldi con quattro anni di ritardo, se si va a vedere il bilancio della Chiesa Cattolica si scopre un numero davvero misterioso. I cattolici, infatti, nel 2004 hanno percepito non i 782 milioni di euro, ma addirittura 936.5 milioni di euro.La parte eccedente è sotto la voce "conguaglio anno 2001".Spiegano alla presidenza del Consiglio, dove esiste un ufficio apposito che si occupa dell'8 x mille: "In effetti la Chiesa Cattolica ha un privilegio. In pratica, mentre tutti vengono pagati a quattro anni - la legge dice tre, ma sa come sono queste cose ... - per i cattolici si danno degli anticipi.C'è una ragione storica: quando nel 1984 Craxi e casaroli firmarono il nuovo Concordato, dovettero tener conto che, fino ad allora, lo Stato aveva pagato gli stipendi sotto forma di "congrue". Non si poteva, da un giorno all'altro, lasciarli scoperti ...".Tutto è stato fatto per finanziare la Chiesa cattolica" taglia corto il presidente dell'ADUC.Basta seguire la storia per comprenderlo. Il concordato del 1929 (firmato da Mussolini e dal cardinale Gasparri) stabiliva il sistema delle "congrue" per retribuire i sacerdoti. Con il nuovo Concordato del 1984, il beneficiario diventa la CEI, la conferenza dei vescovi italiani, creando un caso di non poco conto. Se è evidente che gli stipendi dei religiosi restano una voce importante di quel bilancio (319.5 milioni di euro), c'è un residuo significativo che la CEI gestisce sulla base della legge, ma con discrezionalità. Dice il senatore Passigli: "In pratica si è fatto crescere il potere del vertice della CEI, che può dare a una o all'altra diocesi, a questi o a quei missionari". C'è poi un capitolo ulteriore, un giallo nel giallo, che l'ADUC mette in luce. Come usa, lo Stato, i suoi soldi dell'8 x mille (anzi, i nostri)?La legge dice che dovrebbe farlo per scopi sociali specificati.Se prendiamo il dato della ripartizione 2004, infatti, troviamo: conservazione dei beni culturali religiosi 44.6%, calamità naturali 24.73%, conservazione beni culturali civili 23.03%, fame nel mondo 4.44%, assistenza rifugiati 3.16%. Ma se si sommano le cifre assolute rappresentate da queste percentuali, si arriva a 20.5 milioni di euro, a fronte di una scelta di 100 milioni di euro.Dove sono finiti gli altri 80 milioni di euro?La Finanziaria li ha decurtati e trasferiti al bilancio dello Stato. C'erano le tasse da abbassare, il deficit, l'Europa che premeva. Ma è corretto? Si può contraddire una legge con un'altra?L'ADUC ha condotto uno studio sui bilanci di chi beneficia dell'8 x mille.La Chiesa Cattolica è molto generica, il suo bilancio dice: esigenze di culto 442 milioni di euro, sostentamento del clero 319.5 milioni di euro, opere di carità 190 milioni di euro.I Valdesi risultano i più trasparenti. Niente per il culto, tutto per finanziare progetti culturali e di solidarietà, in Italia ed all'estero. "Sul loro sito" dice l'ADUC "i rendiconti sono degni di questo nome". Le comunità ebraiche usano la metà della loro cifra in attività "formative in cultura ebraica", il resto in attività culturali, "tutela delle minoranze" e del patrimonio monumentale ebraico. I luterani dichiarano opere culturali, sociali e di evangelizzazione e progetti delle comunità. Ma anche sostegno al culto ed al movimento dei pastori. Gli avventisti si occupano esclusivamente di progetti sociali in Italia (80%) e all'estero, così come gli evangelici.E quanto costa la pubblicità per ottenere l'adesione dei cittadini?"Chiesa Cattolica, comunità ebraiche ed evangelici non dichiarano niente" dicono all'ADUC "mentre Valdesi, avventisti e luterani lo fanno".C'è da aggiungere un dettaglio. Lo Stato spende gran parte dei soldi (il 44.64% del totale, oltre 9 milioni di euro) per la conservazione di beni culturali non suoi. Di chi sono quei beni? Della Chiesa, che per lo stesso scopo spende solo il 9% della propria dotazione.E guadagna così un'altra fetta di paradiso. Sotto forma di otto per mille.

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